durante la serata dedicata alla sicurezza e soccorso, si e’ parlato anche di radio (vedi ReteRadioMontana). Molti piloti gia’ la usano; altri dovrebbero averla.
Vediamo pero’ di fare chiarezza su alcuni punti:

tipi di apparecchi radio
frequenze utilizzate
normativa
prestazioni

sul tipo di apparecchio c’e’ poco da scegliere: serve un dispositivo di dimensioni limitate, alimentato con una piccola batteria. Fortunatamente esistono tutta una serie di apparecchietti palmari di produzione cinese molto economici, dalle prestazioni un po’ cosi’ cosi’, ma sufficienti per i nostri scopi.
Amazon offre un’ampia scelta, ma in alcuni casi ci si scontra poi con la reale possibilità di utilizzo, e qui le considerazioni tecnico\pratiche si intrecciano con la normativa.
Gli apparecchi LPD (talvolta indicati anche come LPD433) sono quelli che, dal punto di vista nella normativa, non domportano particolari problemi, essendo deregolamentati da alcuni anni. Il loro uso non comporta quindi nulla. Li compri, carichi la batteria e li usi. Fine.
Ma…c’e’ sempre un “ma”. Devono essere omologati per l’uso in Italia, avere “un massimo di 69 frequenze fisse” comprese fra 433,075 e 434,775 mhz con step di 25 khz (distanza fra un canale e l’altro), potenza di 10mW e antenna a stilo NON sostituibile.
Per chi volesse approfondire, a questo link si trovano ulteriori informazioni e una utile tabella di equivalenza canale\frequenza.

Spesso, gi apparecchi LPD sono anche compatibili con lo standard PMR (in realta’ PMR446; senza il 446 ci si riferisce ad apparecchi ad uso professionale).
I canali a disposizione sono meno di quelli LPD (32, da 446,00625 a 446,196875 mhz); i primi 16 utilizzabili anche in digitale (DMR) con apparecchi compatibili; anche in questo caso l’antenna non deve essere sostituibile, la potenza massima puo’ arrivare a 500mW, e sono gia’ definiti canali ad uso esclusivo (per esempio il canale 8 con subtono ctcss 114,8hz per la Rete Radio Montana).
In Italia l’utilizzo e’ soggetto ad un canone annuo di 12 euro.

Notare anche che l’utilizzo in volo e’ espressamente vietato, sia che si tratti di LPD, che PMR o anche con apparecchi radioamatoriali pur disponendo di apposita patente e licenza).

Da quanto sopra emerge che i vari baofeng e simili che:

  • permettono di sostituire l’antenna
  • permettono di impostare una frequenza a caso, anche fra un canale e l’altro
  • permettono di ricevere e trasmettere anche su frequenze che non hanno nulla a che vedere con LPD e PMR (per esempio fra 140 e 170 mhz, se non di piu’)
  • hanno una potenza di qualche W (5 o piu’, in alcuni modelli)
    sono totalmente fuori legge. Viste le caratteristiche NON possono avere l’omologazione come LPD o PMR e quindi il loro utilizzo e’ a totale rischio del pilota.
    Cio’ non toglie che, personalmente, in tema di sicurezza ritengo sia meglio averla che non averla.

Parlando di prestazioni il discorso si fa piuttosto aleatorio: le frequenze utilizzate (banda UHF, a grandi linee fra 430 e 450 Mhz) viaggiano sostanzialmente in linea retta. La portata cambia quindi radicalmente se la comunicazione e’ da terra a terra, da terra verso qualcuno in volo o fra 2 stazioni entrambe in volo (ricordate che o scritto che in volo non si puo’?). La ragione di questa differenza e’ facilmente spiegabile: 2 stazioni a terra possono non essere a portata ottica; anche fra una stazione a terra e una in volo incide la distanza, la differenza di quota ed eventuali ostacoli fra le stazioni (tecnicamente vale anche fra 2 stazioni in volo, ma e’ piu’ difficile che ci siano ostacoli di mezzo).
La portata pratica puo’ andare quindi anche da poche centinaia di metri a diversi chilometri, a seconda delle condizioni. Ma non basta: possono anche esserci altri parametri che concorrono a limitare la portata. Per esempio i disturbi. In altri termini una determinata trasmissione puo’ anche essere tecnicamente ricevibile, ma non lo e’ perche’ coperta da altri segnali che di fatto la rendono inintellegibile. Per fare un esempio ottico, e’ come cercare di vedere un puntino luminoso con un faro puntato negli occhi. Cio’ non toglie che dalle colline di Montalto ci sia capitato di sentire colleghi piloti a parecchie decine di km di distanza.
Le due caratteristiche piu’ importanti della sezione di ricezione di un qualunque apparecchio radio, sono la sensibilita’, cioe’ la capacita’ di rivelare un segnale di bassissima intensita’, e la selettivita’, cioe’ la capacita’ di discriminare 2 segnali su frequenze vicine. La tecnologia in questo senso e’ estremamente avanzata, ma non fa miracoli. E di certo non li fa con i 50 euro che costano questi apparecchietti. Fra un segnale basso, pur sulla vostra stessa frequenza, e un segnal emolto forte su un canale vicino e’ abbastanza probabile che si sentiranno solo disturbi.

In caso di emergenza e’ importante che si possa effettivamente dialogare con il corrispondente in modo da fornire informazioni sulla natura e sul luogo dell’emergenza. L’emissione radio e’ essenzialmente omnidirezionale e se non si puo’ spiegare dove ci si trova diventa abbastanza inutile.
Esiste, e’ vero, la possibilita’ di triangolare la provenienza di un segnale, ma servono 2 stazioni dotate di antenna direttiva solo per isolare a grandi linee la zona di provenienza del segnale, e non e’ detto che il segnale arrivi direttamente dal trasmettitore e non per esempio riflesso da qualche parete rocciosa che ne alteri la direzione apparente di provenienza.

Per finire un paio di definizioni:

Squelch: e’ un sistema di silenziamento del ricevitore. Tutti avrete presente quel fruscio di fondo emesso dall’altoparlante della radio. Nel giro di pochi minuti diventa decisamente fatidioso. Bene, lo squelch consente di silenziare il ricevitore in assenza di segnale. Normalmente la regolazione si effettua con un potenziometro (un pomellino da girare fino a trovare la posizione in cui viene fermato il rumore di fondo), ma e’ sempre piu’ frequente sugli apparecchietti economici, una impostazione da menu’, generalmente impostabile in una decina di livelli. Per la mia esperienza questo tipo di funzionamento e’ quasi inutile in quanto la regolazione diventa piuttosto macchinosa e anche a squelch tutto chiuso ci saranno frequenti disturbi che passeranno ugualmente. Come dicevo, i miracoli costano piu’ di 50 euro.

CTCSS: si tratta di una serie di frequenze audio (anzi, sub audio in questo contesto) standardizzate che vengono sovrapposte al segnale vero e proprio. Il ricevitore impostato per riconoscere un determinato subtono non aprira’ lo squelch in sua mancanza.
Problema risolto? ovviamente no. Se stiamo ricevendo un segnale lontano e dotato del giusto subtono, lo squelch si apre ma oltre al segnale buono si sentira’ anche ogni altro eventuale segnale e disturbo presente. Immaginate pero’ una ipotetica stazione di un centro di soccorso in ascolto 24 ore su 24 su una certa frequenza: se non ci fosse un sistema del genere, gli operatori impazzirebbero in poche ore